martedì 20 gennaio 2009

Wikipedia, non Eusebio.

E' opinone comune che Eusebio di Cesarea sia fonte prima e indispensabile per ogni studio sull'imperatore Costantino.

Tuttavia, limitatamente a questo post ignoreremo l'opera di Eusebio (viziata peraltro dallo sgradevole vezzo dell'autore di scrivere in greco) e daremo conto di ciò che l'utente medio incontra durante una prima ricerca su Costantino e la sua storia: Wikipedia, naturalmente.

Ci si imbatte dapprima in un'immagine raffigurante una testa di Costantino conservata ai Musei Capitolini di Roma.

Questa:

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Quanto alla biografia di Costantino, dalla stessa fonte apprendiamo poi che

"Flavio Valerio Costantino, conosciuto anche come Costantino I e Costantino il Grande (lingua latina: Flavius Valerius Constantinus;[2]; Naissus, 27 febbraio 274 – Nicomedia, 22 maggio 337), fu imperatore romano dal 306 alla sua morte. Costantino è una delle figure più importanti dell'Impero romano, in quanto riformò largamente l'impero e ne sancì l'inizio dell'alleanza con la Chiesa cristiana che caratterizzerà gli ultimi due secoli della sua storia. È considerato santo e "simile agli apostoli" dalla Chiesa cristiana ortodossa.

Era figlio di Costanzo Cloro e della sua compagna Elena. Si conosce pochissimo della sua gioventù: perfino la sua data di nascita è incerta. Aveva una statura imponente, in grado di terrorizzare i suoi coetanei, ed era detto Trachala per il suo largo collo. Nel 293 con la promozione a cesare d'Occidente il padre dovette sposare la figlia dell'imperatore Massimiano, Teodora, e affidare il figlio all'Augusto dell'impero orientale, Diocleziano. Costantino, quindi, fu educato a Nicomedia presso la corte di Diocleziano, sotto il quale iniziò la carriera militare: fu tribuno ordinis primi, viaggiò in Palestina e partecipò alla guerra romano/danubiana, contro i Sarmati.

Fu ancora con Diocleziano in Egitto nel 296 e quindi combatté sotto Galerio contro i Persiani e i Sarmati. Raggiunse il padre, Costanzo Cloro, quando questi passò dal rango di cesare a quello di augusto nel 305 e lo seguì in una campagna militare in Britannia.

Alla morte del padre a Eburacum (York), Costantino, il 25 luglio 306, fu proclamato augusto (imperatore di rango maggiore) dal generale Croco e dall'esercito. Per una decina d'anni la sede della sua corte fu Treviri.

La sua elezione era avvenuta secondo un principio dinastico, invece del sistema di successione per cooptazione che aveva cercato di instaurare Diocleziano. La crisi del sistema tetrarchico portò ad una lunga serie di guerre civili. Si ebbero inizialmente quattro augusti (Galerio e Massimino Daia in Oriente, Licinio in Illirico e Costantino nelle province galliche e ispaniche, mentre Massenzio, il figlio dell'antico collega di Diocleziano, Massimiano restava, come usurpatore a Roma, in Italia e in Africa).

Inizialmente Costantino si alleò con Massimiano, in rotta con il figlio e ansioso di recuperare un ruolo nella politica imperiale, e ne aveva sposato la figlia Fausta. Massimiano era quindi morto nel 310.

Alla morte di Galerio nel 311, i tre augusti rimasti si coalizzarono contro Massenzio, che Costantino sconfisse il 28 ottobre 312 nella battaglia di Ponte Milvio, presso i Saxa Rubra sulla via Flaminia, alle porte di Roma.

L'anno seguente, nel 313, Massimino Daia veniva sconfitto da Licinio e si dava la morte. Entrando in Nicomedia Licinio emanò un rescritto (impropriamente detto editto di Milano dal luogo dove era stato concordato con Costantino), con cui a nome di entrambi gli augusti rimasti veniva riconosciuta anche in Oriente la libertà di culto per tutte le religioni, ponendo fine ufficialmente alle persecuzioni contro i cristiani, l'ultima delle quali, iniziata da Diocleziano tra il 303 e il 304, si era conclusa nel 311 su ordine di Galerio, prossimo a morire.

Il testo del decreto recita:

(LA)
« Cum feliciter tam ego [quam] Constantinus Augustus quam etiam ego Licinius Augustus apud Mediolanum convenissemus atque universa quae ad commoda et securitatem publicam pertinerent, in tractatu haberemus, haec inter cetera quae videbamus pluribus hominibus profutura, vel in primis ordinanda esse credidimus, quibus divinitatis reverentia continebatur, ut daremus et Christianis et omnibus liberam potestatem sequendi religionem quam quisque voluisset, quod quicquid divinitatis in sede caelesti, nobis atque omnibus qui sub potestate nostra sunt constituti, placatum ac propitium possit existere » (IT)
« Noi, dunque Costantino Augusto e Licinio Augusto, essendoci incontrati proficuamente a Milano e avendo discusso tutti gli argomenti relativi alla pubblica utilità e sicurezza, fra le disposizioni che vedevamo utili a molte persone o da mettere in atto fra le prime, abbiamo posto queste relative al culto della divinità affinché sia consentito ai Cristiani e a tutti gli altri la libertà di seguire la religione che ciascuno crede, affinché la divinità che sta in cielo, qualunque essa sia, a noi e a tutti i nostri sudditi dia pace e prosperità. »
(Lattanzio, De mortibus persecutorum, capitolo XLVIII)

Nella prosecuzione il rescritto ordinava l'immediata restituzione ai cristiani di tutti i luoghi di culto e di ogni altra proprietà delle chiese.

Costantino e Licinio, che ne aveva sposato la sorella Costanza, entrarono una prima volta in conflitto nel 314, (in seguito alla riappacificazione l'Illirico passò a Costantino) e di nuovo nel 323. In seguito alla sconfitta di Licinio, che si arrese in seguito alla battaglia di Crisopoli nel 324 e venne successivamente ucciso, Costantino rimase l'unico augusto al potere.

Nel 326 Costantino fece uccidere a Pola il figlio primogenito Crispo, figlio di Minervina, e inoltre Liciniano, figlio della sorella Costanza e di Licinio. Quindi venne affogata nel bagno la moglie Fausta. La leggenda vuole che Crispo sia stato eliminato in seguito ad un'accusa di Fausta di averla insidiata, e quindi anche l'imperatrice venne giustiziata quando Costantino riconobbe l'innocenza del figlio. Probabilmente Fausta volle assicurarsi l'eliminazione dei rivali dei propri figli come successori di Costantino.

Sempre nel 326 erano iniziati i lavori per la costruzione della nuova capitale Nova Roma (Nuova Roma) sul sito dell'antica città di Bisanzio, fornendola di un senato e di uffici pubblici simili a quelli di Roma.

Il luogo venne scelto per le sue qualità difensive e per la vicinanza ai minacciati confini orientali e danubiani. La città venne inaugurata nel 330 e prese presto il nome di Costantinopoli. La città (oggi Istanbul) resterà poi fino al 1453 capitale dell'Impero bizantino.

Affidò ai figli la difesa dell'Occidente contro Franchi ed Alamanni mentre lui stesso combatteva sul confine danubiano i Goti (332) e i Sarmati (335). Divise l'impero tra i figli assegnando a Costantino II Gallia, Spagna e Britannia, a Costanzo II le province asiatiche e l'Egitto e a Costante l'Italia, l'Illirico e le province africane. Alla sua morte nel 337 si preparava ad affrontare in Oriente i Persiani.

Fu battezzato in punto di morte e il suo corpo trasferito a Costantinopoli e seppellito nella chiesa dei Santi Apostoli."

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